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Kitesurf allo Stagnone!

I locali lo chiamano “stagno” o “stagnone”, alcuni più delicatamente laguna ed è lo spot più suggestivo e funzionale di tutta Italia. La Riserva dello Stagnone, comunque la si chiami, si presenta come un placido specchio d’acqua accarezzato da un vento costante tutto l’anno e caratterizzato da temperature miti (difficilmente si scende sotto i 10 gradi d’inverno). Lo spot/kitebeach ideale dove praticare il kitesurf in tutta sicurezza grazie anche ai fondali bassi.

Per coloro che invece hanno già un buon controllo questa splendida cornice si trasformerà nella palestra ideale dove progredire, dove alimentare fiumi di adrenalina nelle proprie vene sino al tramonto, con lo sfondo le Isole Egadi e i mulini a vento, splendida cornice a conclusione di una giornata indimenticabile.
VISUALIZZA LE SCHEDE sulla nostra “KITEBEACH” disponibili on-line:

Dal sito KITESURFING.IT
Dal sito SPLOCS.COM

La community di wikipedia ci racconta così la Riserva/Laguna dello Stagnone

“Si estende sulla costa occidentale della Sicilia nel territorio del comune di Marsala, nel tratto di mare compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo o Lilibeo. La riserva prende il nome dallo “Stagnone” una laguna, la più vasta della Sicilia, caratterizzata da acque basse (1-2 m e spesso non più di 50 cm) e compresa tra le quattro isole di San Pantaleo (Mozia), Isola Grande, Schola e Santa Maria. La laguna si è formata in tempi relativamente recenti (non esisteva all’epoca della colonizzazione fenicia di Mozia) in seguito ai movimenti della sabbia dovuti alle correnti sottomarine che hanno creato l’Isola Grande intorno a due originari isolotti. La nascita dell’isola ha chiuso una parte di mare in origine aperta e qui, non essendoci correnti necessarie al ricambio, l’acqua è divenuta stagnante, con una temperatura al di sopra del normale. L’attività principale dello Stagnone era quella delle saline che si esercitava facendo evaporare l’acqua incanalata in speciali laghetti, per poi raccogliere il sale. Il pompaggio dell’acqua e la macinazione del sale erano svolte per mezzo di mulini, alcuni ancora conservati.”

…almeno fino a quando non siamo arrivati noi. Ora l’attività principale è il kitesurf!

Mozia: dai Fenici ai kite surfer

Non è facile descrivere le sensazioni, gli odori e le emozioni e quel sapore di magico che avvolge Mozia. Un luogo che ha attraversato secoli di storia e che da sempre ha unito il suo nome alla raccolta del sale marino, sin dai Fenici, che impiantarono le prime saline. Fino a quando non comparvero nel cielo oggetti non identificati pilotati da esseri umani tra cielo e mare, sospinti dal vento e da tanta adrenalina. Da allora Mozia è anche e soprattutto sinonimo di Kitesurfing, un binomio indissolubile nato una decina d’anni fa.

feniti-mozia

Riportiamo una breve storia di Mozia, il primo vero insediamento fenicio in Sicilia occidentale, luogo leggendario al centro di numerosi scontri navali. Ecco come viene descritta su Wikipedia:

Il nome antico in fenicio era Mtw, Mtw o Hmtw, come risulta dalle leggende monetali. Il nome riportato in greco è citato anche da Tucidide e da Diodoro Siculo. La versione più accreditata sull'etimologia del nome è quella di una derivazione da una radice connessa con la parola ``filanda`` o, comunque, con la tessitura delle stoffe e l'industria dei tessuti, attività nella quale i Fenici erano molto esperti e di cui proprio a Mozia si è trovata testimonianza nella cosiddetta area industriale, a sud della necropoli. Il nome con cui l'isola viene attualmente indicata (Isola di San Pantaleo) le fu dato probabilmente nell'XI secolo da una comunità di monaci basiliani che vi si erano stabiliti.
Mozia fu probabilmente interessata dalle esplorazioni dei mercanti-navigatori fenici, che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale, a partire dalla fine del XII secolo a.C.: dovette rappresentare un punto d'approdo ed una base commerciale morfologicamente molto simile alla città fenicia di Tiro. Intorno alla metà dell'VIII secolo a.C., con l'inizio della colonizzazione greca in Sicilia, Tucidide riporta che i Fenici si ritirarono nella parte occidentale dell'isola (Mozia, Solunto e Palermo). Archeologicamente è testimoniato un insediamento della fine dell'VIII secolo a.C., preceduto da una fase protostorica sporadica ed alquanto modesta. Le fortificazioni che circondano l'isola possono essere forse collegate alle spedizioni greche in Sicilia occidentale di Pentatlo e di Diorieo (inizio e fine del VI secolo a.C.).
Nel 397 a.C. Dionisio I di Siracusa prese e distrusse la città all'inizio della sua campagna di conquista delle città elime e puniche della Sicilia occidentale. Nella narrazione dell'episodio Diodoro Siculo descrive in questo modo la città: ``era situata su un'isola che dista sei stadi dalla Sicilia ed era abbellita artisticamente in sommo grado con numerose belle case, grazie alla prosperità degli abitanti``. L'anno successivo Mozia venne ripresa dai Cartaginesi, ma perse di importanza in conseguenza della fondazione di Lilibeo. Dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C. tutta la Sicilia passò sotto il dominio romano, ad eccezione di Siracusa. Mozia doveva essere quasi del tutto abbandonata, dal momento che vi si sono rinvenute solo pochissime tracce di rifrequentazione, generalmente singole ville di epoca ellenistica o romana.
Nell'XI secolo l'isola fu donata dai Normanni all'abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala e tenuta dai monaci basiliani di Palermo, che diedero poi essi stessi l'attuale nome all'isola di San Pantaleo. Nella seconda metà del XVI secolo, insieme ai monasteri di Palermo e Marsala, passò ai Gesuiti, e alla fine del Settecento, con l'espulsione dell'ordine dalla Sicilia, passò in mano di piccoli proprietari che la coltivarono soprattutto a vigneto, come ancora oggi. Agli inizi del Novecento l'intera isola fu acquistata da Joseph Whitaker, archeologo ed erede di una famiglia inglese che si era trasferita in Sicilia arricchendosi con la produzione del marsala. Dal 1971 l'isola è di proprietà della Fondazione ``Giuseppe Whitaker``, costituita e voluta dalla figlia Delia, deceduta nello stesso anno.